Incontro con Paolo Portoghesi: racconto di “Roma Interrotta”

1. Per il suo progetto di Roma Interrotta, secondo quanto ha affermato, elementi basilari dell’intervento erano il giudizio, il gioco, la ricerca rigorosa, il sogno, l’immaginazione architettonica. In che modo il suo lavoro riusciva a coniugare l’idea del sogno e dell’immaginazione con l’obiettivo di ricostituire l’effetto psicologico del “già vissuto”, ovvero con il desiderio di un ritorno al passato?

2. La condizione di disgregazione ed estensione omogenea della società contemporanea ha portato le grandi metropoli ad annegare il carattere civile di città storica: i cittadini “usano” la città ma non si identificano con essa. E’ necessario ritrovare lo spazio come elemento primario della struttura urbana. Qual è, a suo avviso, la possibile metodologia di intervento sullo spazio preconfigurato del centro storico di Roma? Avrebbe ancora senso prendere in esame la pianta del Nolli come fu fatto nel 2008 per Uneternal City, all’interno dell’undicesima Biennale di Venezia?

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